Dizionario Teorico e Critico del Cinema
Quando si tratta di cinema, anche la lettura di un dizionario dei termini può essere appassionante, se realizzato come si deve.
Come ben specificato nella prefazione, il Dizionario Teorico e Critico del Cinema di Jacques Aumont e Michel Marie edito dall'ottima Lindau non è e non vuol essere un'enciclopedia.
Tantomeno, aggiungo io, il libro va confuso con i dizionari tecnici del cinema già da tempo nelle librerie dei cinefili di tutto il mondo. Scopo della pubblicazione è chiarire, diffondere e spiegare significato e origine di moltri termini ricorrenti sia nelle analisi critiche dei film (quelle vere e non le elucibrazioni dei blogger) che nelle testimonianze di operatori del settore, ma di fatto il libro offre molto di più.
Dalla lettura appare più che mai evidente di quanto il cinema sia una forma d'arte che ingloba concetti provenienti dalle più varie discipline della cultura. Molti termini sono presi in prestito dalla fiolosofia, dalla storia dell'arte, l'architettura, la sociologia e la psicoanalisi. Per parlare con sapienza di cinema, quindi, bisognerebbe essere esperti di tutte queste altre materie, ma non sempre è possibile. Conoscere a fondo il significato e l'origine di molti termini, quindi, ci può aiutare a capire meglio l'opera stessa e le considerazioni di chi l'analizza.
Ecco quindi un compendio di 400 termini tra i più significativi e utilizzati nelle analisi cinematografiche corredate da definizioni tecniche e rimandi bibliografici che può leggersi tranquillamente come un saggio e non necessariamente utilizzarlo per ricerche di termini specifici.
Un esempio del grado di accessibilità per un lettore medio è dato dalla definizione di un termine molto utilizzato, ma di misteriosa interpretazione, come Acusmatico:
"Questo aggettivo di origine greca, che inizialmente definiva le parole del filosofo nascosto dietro a una tela, è stato ripreso dal creatore della musica concreta, Pierre Schaeffer (1966), per caratterizzare tutti i suoni di cui non si vede la fonte, in quanto nascosta.
Il suono filmico è per natura acusmatico, poiché giunge allo spettatore separatamente dall’immagine, attraverso l’altoparlante nascosto dietro o accanto allo schermo (Chion, 1982, 1990 e 1998). Il sincronismo è dunque il processo che consiste nel «deacusmatizzare» il suono, ancorarlo a una fonte visiva, incarnare la voce all’interno di un corpo. Tuttavia, il cinema sonoro utilizza, nei limiti del possibile, le virtualità acusmatiche del suono filmico (voce off, musica non diegetica, allucinazioni uditive ecc.). "
Quante volte avete amato (o odiato) un regista per il suo modo acusmatico di rendere una scena e non lo sapevate?
Dizionario teorico e critico del cinema
Marie M. , Aumont J.
Edizioni Lindau 2007
€ 26,00
ISBN: 978-88-7180-648-8
www.lindau.it
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